Fede e Covid-19, binomio possibile?

Siamo in uno dei periodi più difficili e complicati che la nostra storia ricordi. Misure così restrittive e morti così concentrati in un solo giorno richiamano alla mente periodi lontani, in cui lo sviluppo tecnologico ed economico attuale non erano neanche lontanamente immaginabili. Ciò che sicuramente non manca ad ognuno di noi, viste le misure di distanziamento sociale in vigore e la quarantena forzata nelle nostre case, è il tempo, spesso utilizzato per riflettere o cercare di capire il perché di questo terremoto, che ha sconquassato la nostra work life balance in ogni contesto. Sir Francis Bacon, illustre saggista e filosofo, sottolineò già secoli addietro, nelle sue opere, l’importanza dell’utilizzo del tempo, paragonandolo al denaro, concetto poi ripreso e sottolineato anche da uno dei padri fondatori della Costituzione americana, Benjamin Franklin.

Vista la situazione, il miglior utilizzo del tempo che ogni credente può fare è rivolgersi a Dio e pregare (2 Cronache 7:13-14), rispettando le autorità e le loro direttive (Romani 13:1), ma è comune sicuramente sforzarsi per comprendere ciò che accade. Molte persone stanno cercando risposte da ogni parte, eppure c’è un Libro meraviglioso, che circola tra le mani degli uomini da diversi secoli e che non tutti nelle diverse epoche hanno apprezzato, che ci dà delle risposte sul momento che in questo momento stiamo vivendo. La situazione attuale ha messo in evidenza l’insufficienza dell’uomo, che nonostante gli sforzi si ritrova in una situazione più grande di lui, a prescindere dal potere e dalla conoscenza del singolo soggetto. La Bibbia non condanna la conoscenza, anzi invita l’uomo ad istruirsi (Proverbi 4:13) ed esorta a pregare e avere rispetto per ogni tipo di autorità (1 Timoteo 2:1-2). La Scrittura ci dice altresì che a prescindere dagli avvenimenti, c’è un Dio che governa ogni cosa e che regna sulla terra e nulla sfugge al Suo controllo (Salmo 93:1-5). Il messaggio centrale e più importante della Scrittura ha un altro fine, ed è strettamente legato alla persona di Gesù: ogni uomo infatti ha necessità di riconoscere la propria condizione di peccatori al cospetto di Dio, da cui nessun uomo può dichiararsi esente (Romani 3:23). Attraverso Gesù ogni uomo riceve la vita eterna in dono e una gloriosa speranza per l’avvenire, a prescindere dal momento in cui finirà la nostra vita su questa terra (Giovanni 3:36).

All’interno della Scrittura è narrato un episodio, in cui dentro l’accampamento del popolo d’Israele ci furono dei serpenti velenosi, che mordevano gli uomini e il numero dei morti fu veramente grande (Numeri 21:6). Dio diede al popolo la via d’uscita per scampare dalla morte attraverso un serpente di rame messo sopra un’asta. Ogni israelita che veniva morso da un serpente, se avesse guardato il serpente di rame, sarebbe rimasto in vita (Numeri 21:8-9). Questo serpente è figura proprio di Cristo Gesù, che fu innalzato sulla croce e a cui chiunque può guardare per avere la salvezza dal peccato (Giovanni 3:14-17). È questo lo scopo per cui Gesù è venuto (Luca 9:56), che ha una valenza oltre la vita terrena che oggi stiamo vivendo (Matteo 24:35; Marco 8:36). Qual è la nostra decisione?

Vincenzo Sirchia